Theatrical Release: 2018-04-11 DVD Release: 2018-07-03 Torrent Release: 04-07-2018 by user
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Movie Genre:
Drama, Thriller
Runtime:
109 min.
Parental Rating:
R
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1 nomination.
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DESCRIPTION
Titolo originale: Beirut Paese: USA Anno: 2018 Durata: 109 minuti Genere: Drammatico, Thriller
Sceneggiatura: Tony Gilroy Fotografia: Björn Charpentier Montaggio: Andrew Hafitz Musiche: John Debney Scenografia: Arad Sawat Costumi: Carlos Rosario Trucco: Hayat Ouled Dahhou, Salima Oulad Dahhou, Anna De Santis e altri Effetti VFX: Kristen Branan, Jim Hawkins, Rocco Passionino, Josh Saeta Produttore: Tony Gilroy, Monica Levinson, Shivani Rawat, Mike Weber Produzione: Radar Pictures, ShivHans Pictures Distribuzione: Netflix Data di uscita: 15/6/2018
Negli anni Ottanta un ex diplomatico americano torna in servizio per un operazione di spionaggio in Libano che lo porterà a confrontarsi con un traumatico passato. Lo scopo è quello di salvare un vecchio amico, agente della Cia, finito nelle mani del gruppo responsabile della morte della sua famiglia.
Con Beirut, la penna di Tony Gilroy e la mano di Brad Anderson mettono in scena uno spy thriller d’ambientazione e struttura narrativa tipicamente anni ’80, lontano per toni e atmosfere dalle recenti derive pop del genere come Kingsman – Secret Service o Atomica Bionda e sorretto principalmente dall’ottima interpretazione di Jon Hamm, alla sua migliore performance dopo l’addio all’iconico personaggio di Don Draper in Mad Men. La guerra civile libanese fa da cornice a una storia di tradimento e di riscatto, di cadute e risalite, forte di buoni dialoghi e alcuni notevoli momenti di tensione ma penalizzato da uno schematismo narrativo che divide la maggior parte dei personaggi in buoni e cattivi, ricorrendo maldestramente a stereotipi culturali ormai impresentabili. Con il passare dei minuti, in Beirut si viene a creare un netto scollamento fra un’analisi pressoché assente dei contrasti religiosi e sociali alla base della guerra civile e l’apprezzabile introspezione del personaggio di Mason, carismatico e allo stesso tempo detestabile, interiormente fragile e contemporaneamente sicuro dei propri mezzi, forte di un arco narrativo ben gestito e calibrato. Una fotografia dai toni artificiosamente cupi e una regia al risparmio sia in termini scenografici che nella gestione della scena contribuiscono a dare la sensazione di trovarsi davanti a niente di più che un buon prodotto televisivo della fine degli anni ’80 ormai fuori tempo massimo, godibile a tratti ma fondamentalmente innocuo e dimenticabile.