Titolo originale: Intouchables
Paese: Francia
Anno: 2011
Durata: 113 minuti
Genere: Commedia
Sceneggiatura: Olivier Nakache, Éric Toledano
Fotografia: Mathieu Vadepied
Montaggio: Dorian Rigal-Ansous
Musiche: Ludovico Einaudi
Scenografia: Olivia Bloch-Lainé
Costumi: Isabelle Pannetier Trucco: Catherine Duplan, Thi Thanh Tu Nguyen, Alice Robert,Jean-Christophe Roger
Produttore: Arnaud Bertrand, Dominique Boutonnat, Hubert Caillard,
Nicolas Duval-Adassovsky, Laurent Zeitoun, Yann Zenou
Produzione: Quad Productions, Chaocorp, Gaumont, TF1 Films Production
Distribuzione: Medusa Film
Sito italiano: http://it.cinema.yahoo.com/...
Data di uscita: 24 Febbraio 2012 (al cinema)
Dopo un incidente di parapendio che lo ha reso paraplegico, il ricco aristocratico Philippe assume Driss, ragazzo di periferia appena uscito dalla prigione - come badante personale... Per dirla senza troppi giri di parole, la persona meno adatta per questo incarico. L'improbabile connubio genera altrettanto improbabili incontri tra Vivaldi e gli Earth, Wind, dizione perfetta e slang di strada, completi eleganti e tute da ginnastica... Due universi opposti entrano in rotta di collisione ma per quanto strano possa sembrare prima dello scontro finale troveranno un punto d'incontro che sfocerà in un'amicizia folle, comica, profonda quanto inaspettata che li renderà... Intoccabili.
L’integrazione, la collocazione dei giovani che vengono dalle periferie, il divario sempre maggiore tra le classi più abbienti e quelle più povere, le difficoltà a volte insormontabili di convivere con un handicap fisico, tutte in un solo film.
Ma, sebbene quanto raccontato sia ispirato a una storia vera, si ride già durante il prologo, perché il quarto lungometraggio diretto dai francesi Olivier Nakache ed Eric Toledano, registi del giovanilistico "Primi amori, primi vizi, primi baci" (2006), rientra tutt’altro che nel filone drammatico.
L’incontro-scontro tra due menti, due personalità, ma, soprattutto, due visioni della vita, rappresentate dal ricco vedovo Philippe, divenuto paraplegico in seguito a un incidente di parapendio, e da Driss, ragazzo di colore di periferia che, appena uscito di prigione, viene assunto dall’uomo come badante personale.
Il primo con le fattezze di François Cluzet, il secondo con quelle di Omar Sy, provvedono a colorare di divertimento un soggetto che sfiora quasi le tematiche care ai fratelli americani Bobby e Peter Farrelly (autori di "Tutti pazzi per Mary", per intenderci), filtrato attraverso il look e i tempi delle commedie d’oltralpe, sebbene l’atteggiamento dissacratorio da sbruffone del ragazzo non possa fare a meno di richiamare alla memoria il miglior Eddie Murphy.
E, inizialmente in preda ad imprese da imbranato, poi destinato a portare una ventata d’irriverenza nel "calmo e pulito" ambiente aristocratico (citiamo, tra le tante, la sequenza dell’acquisto del dipinto), è proprio lui a garantire l’abbondanza di risate nel corso dei circa 111 minuti di visione, man mano che i due diversi mondi vengono messi a confronto.
In maniera assolutamente non banale, oltretutto, se pensiamo a un ragionato momento come quello che lo vede associare pezzi di musica classica a spot pubblicitari o altre forme di cultura popolare cui essi hanno fatto da colonna sonora.
Mentre, ancora una volta, l’idea di far irrompere nell’universo borghese un rozzo personaggio di periferia si rivela vincente; in questo caso al servizio di una storia di amicizia fornita anche di retrogusto amaro e capace perfino di spingere qualcuno alla commozione, complice l’ottima prova dei due protagonisti.
Non a caso, a Hollywood si sono immediatamente interessati per farne un remake.