Continua con grande sfarzo e lugubre visionarietà la saga cinematografia di Berserk, il terzo capitolo chiude dignitosamente l’arco dell’Età dell’oro e, per quanto una simile operazione rimanga di interesse davvero relativo, c’è da rimanere soddisfatti del lavoro di Ohkouchi e Kubooka, fatto nell’interesse prima di tutto dei fan con sincera passione e buon rispetto dell’opera originale. La dinamica tra sceneggiatura e regia viene ora espressa al suo meglio, dopo un primo film non proprio entusiasmante e un secondo invece addirittura sorprendente, sempre e comunque in una visione di puro omaggio a uno dei momenti più truci, crudeli ed evocativi della Storia del fumetto, L'avvento spinge il piede sulla magnificenza orrorifica della trama, prendendo quanto serve da uno script rapido ed efficace per avere immagini di straordinario disgusto e perfido disagio nell’universo demoniaco evocato con l’Eclissi.
La liberazione di Grifis dalla prigione in cui è stato rinchiuso comporta un lavoro di squadra che soltanto adesso Gatsu può e vuole affrontare dopo il lungo periodo lontano dalla Squadra dei Falchi, si scappa e si corre con il fiato sul collo mentre il re cerca disperatamente di riprendere il traditore che ha disonorato sua figlia, ed è in questo schema che si può riassumere la natura del film, portato a un eccesso action molto più spinto rispetto ai precedenti due, senza che comunque il suo ritmo elevatissimo tolga sostanza alla pura gloria grafica: il minutaggio molto alto, due ore, permette infatti a Kobooka di muoversi virtuosamente negli incubi generati dall’evocazione delle divinità e negli orrori sanguinari voluti dalla sete di vendetta e dall’orgoglio ferito di Grifis, ed è qui che L'avvento si mostra nel suo massimo splendore, con le visioni terrificanti, i massacri viscerali e le battaglie contro il bizzarro, vastissimo e nagaiano bestiario infernale. Non serve ovviamente tirare di nuovo in mezzo il manga, chiaro che il susseguirsi di mostri e tormenti non riesce a raggiungere la portata della storia originale, è troppo lunga e contorta la serie di aberrazioni creata da Kentaro Miura per poter essere contenuta in un minutaggio accettabile, e in fondo non stupisce, per esempio, che sia stata eliminato del tutto il terremotante inseguimento dello spaventoso Wyald nei boschi. Eppure tutto funziona a meraviglia, da una parte le orchestrazioni funeree di Sagisu e dall’altra l’impressionante ricreazione della dimensione d’incubo donano vita a quarantacinque minuti di rara potenza horror che, per quanto superflua nel seguire fedelmente le tracce del manga, trova nuova e interessante visione in animazione nei flashback sofferti, nelle tristi morti, negli scontri allucinanti, nella grandezza annichilente degli dèi, nella forza di Gatsu e ovviamente nel terribile, intollerante stupro di Caska.
In tale abbondanza grafica, un poco sbrigativo appare il lavoro in CG, che sì, consente alla telecamera di Kubooka i suoi soliti movimenti esagerati e continui tecnicismi, ma mostra qua e là alcuni strani cedimenti (poca definizione, eccessivo distacco dal disegno, amalgama non sempre perfetto e/o funzionale). Ciò non toglie una discreta sostanza complessiva che non avrà di certo la potenza grafica di un lavoro svolto con disegni a mano (siamo molto lontani anche dalle serie tv più recenti) ma dall’altra parte garantisce, grazie comunque a un regista che sa il fatto suo e che si trova perfettamente a suo agio in queste atmosfere, una completa immersione, tale da dimenticarsi l’artificiosità grafica, non sempre ottimale, che grava sull’intero progetto.
A ogni modo un fan non potrebbe chiedere di meglio, questa prima trilogia, destinata a espandersi intanto con un quarto film da poco annunciato, nasce per loro e nulla toglie e nulla aggiunge all’opera di Miura, è soltanto gratificazione e atto di riverenza e come tale l’intero progetto andrebbe inteso, senza richiedere di più e senza aspettarsi di meglio.
Continua con grande sfarzo e lugubre visionarietà la saga cinematografia di Berserk, il terzo capitolo chiude dignitosamente l’arco dell’Età dell’oro e, per quanto una simile operazione rimanga di interesse davvero relativo, c’è da rimanere soddisfatti del lavoro di Ohkouchi e Kubooka, fatto nell’interesse prima di tutto dei fan con sincera passione e buon rispetto dell’opera originale. La dinamica tra sceneggiatura e regia viene ora espressa al suo meglio, dopo un primo film non proprio entusiasmante e un secondo invece addirittura sorprendente, sempre e comunque in una visione di puro omaggio a uno dei momenti più truci, crudeli ed evocativi della Storia del fumetto, L'avvento spinge il piede sulla magnificenza orrorifica della trama, prendendo quanto serve da uno script rapido ed efficace per avere immagini di straordinario disgusto e perfido disagio nell’universo demoniaco evocato con l’Eclissi.
La liberazione di Grifis dalla prigione in cui è stato rinchiuso comporta un lavoro di squadra che soltanto adesso Gatsu può e vuole affrontare dopo il lungo periodo lontano dalla Squadra dei Falchi, si scappa e si corre con il fiato sul collo mentre il re cerca disperatamente di riprendere il traditore che ha disonorato sua figlia, ed è in questo schema che si può riassumere la natura del film, portato a un eccesso action molto più spinto rispetto ai precedenti due, senza che comunque il suo ritmo elevatissimo tolga sostanza alla pura gloria grafica: il minutaggio molto alto, due ore, permette infatti a Kobooka di muoversi virtuosamente negli incubi generati dall’evocazione delle divinità e negli orrori sanguinari voluti dalla sete di vendetta e dall’orgoglio ferito di Grifis, ed è qui che L'avvento si mostra nel suo massimo splendore, con le visioni terrificanti, i massacri viscerali e le battaglie contro il bizzarro, vastissimo e nagaiano bestiario infernale. Non serve ovviamente tirare di nuovo in mezzo il manga, chiaro che il susseguirsi di mostri e tormenti non riesce a raggiungere la portata della storia originale, è troppo lunga e contorta la serie di aberrazioni creata da Kentaro Miura per poter essere contenuta in un minutaggio accettabile, e in fondo non stupisce, per esempio, che sia stata eliminato del tutto il terremotante inseguimento dello spaventoso Wyald nei boschi. Eppure tutto funziona a meraviglia, da una parte le orchestrazioni funeree di Sagisu e dall’altra l’impressionante ricreazione della dimensione d’incubo donano vita a quarantacinque minuti di rara potenza horror che, per quanto superflua nel seguire fedelmente le tracce del manga, trova nuova e interessante visione in animazione nei flashback sofferti, nelle tristi morti, negli scontri allucinanti, nella grandezza annichilente degli dèi, nella forza di Gatsu e ovviamente nel terribile, intollerante stupro di Caska.
In tale abbondanza grafica, un poco sbrigativo appare il lavoro in CG, che sì, consente alla telecamera di Kubooka i suoi soliti movimenti esagerati e continui tecnicismi, ma mostra qua e là alcuni strani cedimenti (poca definizione, eccessivo distacco dal disegno, amalgama non sempre perfetto e/o funzionale). Ciò non toglie una discreta sostanza complessiva che non avrà di certo la potenza grafica di un lavoro svolto con disegni a mano (siamo molto lontani anche dalle serie tv più recenti) ma dall’altra parte garantisce, grazie comunque a un regista che sa il fatto suo e che si trova perfettamente a suo agio in queste atmosfere, una completa immersione, tale da dimenticarsi l’artificiosità grafica, non sempre ottimale, che grava sull’intero progetto.
A ogni modo un fan non potrebbe chiedere di meglio, questa prima trilogia, destinata a espandersi intanto con un quarto film da poco annunciato, nasce per loro e nulla toglie e nulla aggiunge all’opera di Miura, è soltanto gratificazione e atto di riverenza e come tale l’intero progetto andrebbe inteso, senza richiedere di più e senza aspettarsi di meglio.
.: Locandina :.
.: Crediti :.
Titolo originale: Berserk Ogon Jidai-hen III - Kōrin Anno: 2013 Genere: Dark Fantasy Produzione: Studio 4°C Distribuzione: Koch Media / Yamato Video / Warner Bros Data di uscita: 1º febbraio 2013 (Giappone) Numero episodi: 3 (episodio 3/3) Durata approssimativa episodi: 117 min.
Autore Kentaro Miura Regia Toshiyuki Kubooka Sceneggiatura Ichirō Ōkōchi Character design Naoyuki Onda Animazione Naoyuki Onda Satoshi Iwataki Direzione artistica Goki Nakamura Yusuke Takeda Musiche Shiro Sagisu
Tipo file: RIFF (little-endian) data, AVI, 1920 x 816, 23.98 fps, video: XviD, audio: MPEG-1 Layer 3 (stereo, 48000 Hz)
[ Info generiche ]
Durata: 01:47:47 (6467.342342 s) Contenitore: AVI OpenDML indexes multi-chunks L'AVI ha un indice?: Sì Totale tracce: 2 Traccia n. 0: video Traccia n. 1: audio ISFT: VirtualDubMod 1.5.10.2 (build 2542/release) Junk: VirtualDubMod build 2542/release
[ Dati rilevanti ]
Risoluzione: 1920 x 816 Larghezza: multipla di 32 Altezza: multipla di 16 DRF medio: 3.433049 Deviazione standard: 1.082383 Media pesata dev std.: 0.546271
Audio tag: 0x55 (MP3) Canali: 2 Bitrate: 97 kbps VBR Chunks: 269,473 Dimensione stream: 78,416,808 bytes (74.784096 MiB) Tipo di bitstream (bs): MPEG-1 Layer III Frames (bs): 269,473 Durata: 01:47:47 (6467.352 s) Chunk-aligned (bs): Sì Bitrate (bs): 97.000204 kbps VBR Freq. campionamento (bs): 48000 Hz Modo (bs): joint stereo Padding (bs): No Emphasis (bs): none Preload: 504 ms Max A/V diff: 528 ms Ritardo: 0 ms
[ Bitstream video ]
Tipo di bitstream: MPEG-4 Part 2 User data: DivX503b1393p User data: XviD0064 Packed bitstream: Sì QPel: No GMC: No Interlacciamento: No Aspect ratio: Square pixels Quant type: H.263 Totale frames: 155,061 Drop/delay frames: 0 Frames corrotti: 0